mercoledì 25 marzo 2009

“Che ne è stato della nostra Roma, ove si impone ai filosofi di lasciare la città perchè sospettati di corrompere i giovani, proprio mentre questo Apicio ha trasformato in professione la scienza culinaria e ha corrotto con la sua dottrina un’intera epoca?”Seneca, ad Helviam X9

Apicio era un ricco patrizio, gastronomo e maestro di arti culinarie, modello di lussi e stravaganze. Plinio lo definì “il più grande scialacquatore di tutti i tempi” per “il suo metodo di ingrassare i maiali con i fichi secchi e di far loro bere piccole quantità di mosto dolce prima di macellarli, avendo il fine di ricavarne un fegato particolarmente saporito”. Maldicenze a parte, il suo nome è stato reso immortale dal ricettario “De re coquinaria”, composto da dieci volumi contenenti circa 500 ricette originali. Divenuto un classico della letteratura gastronomica, è anche una preziosa testimonianza della vita quotidiana degli antichi abitanti della Città Eterna.

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